| Programmazione computer |
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Dopo la terza media ho frequentato un Istituto Tecnico Industriale con diploma di Perito Elettrotecnico. Ma già al secondo anno (16 anni) sono rimasto affascinato dal 'cervello elettronico', poi diventato computer. Mi dilettavo di elettronica in un piccolo laboratorio (in realtà una piccola parte del garage) realizzando circuiti elettronici: circuiti logici, ma anche piccole radio, amplificatori musicali e altro. Dopo il diploma ho frequentato un corso di programmatore dei computer e dopo l'assunzione in Asst ho avuto tra le mani dei computer dove ho potuto coltivare la mia passione: programmarli, creando programmi di utilità. Attività che mi affascinava. Inserire nella loro memoria elettronica una serie di comandi che, una volta eseguiti, quel mezzo, metà meccanico e metà elettronico, aveva un 'comportamento' diverso a seconda dei comandi inseriti. A questo punto l'idea. Era possibile produrre un comportamento 'intelligente'? Ho prodotto un programma a sua volta programmabile e quindi adattabile a vari utilizzi. Un primo passo, ma non sono riuscito ad andare oltre, troppo complicato. Nel 1980 uscirono sul mercato piccoli computer a prezzi abbordabili, così ho potuto 'studiare' a casa, alla ricerca dell'idea vincente, che purtroppo non è arrivata. Pazienza. Ci ho provato. Un'attività che ho coltivato nei pomeriggi a casa passati a battere su quella tastiera. Questo oggetto, oggi ormai acquisito e facente parte della nostra vita quotidiana, ha avuto un veloce sviluppo. In pochi anni le sue capacità, memoria e velocità di esecuzione, sono cresciute in maniera sorprendente. La memoria, in particolare, è passata da poche migliaia di byte a miliardi di byte, al punto che il buon vecchio telefono mobile (o cellulare) è diventato un computer portatile con una memoria che i computer di fine '900 se la sognavano. Negli anni '50 e '60 un computer grande come un armadio poteva disporre di circa 16mila byte. Oggi neanche la più misera foto contenuta in uno smartphone ha queste limitate dimensioni. Eppure riusciva a gestire la contabilità di grosse aziende. Quando, nei primi anni '80, sono usciti i primi personal computer, quindi scatolette in confronto ai vecchi mainframe, potevano disporre di memorie decine di volte più grandi. Il sistema operativo più usato, l'MS-DOS, poneva come limite di utilizzo 640mila byte, una memoria considerata enorme, ma che ben presto divenne insufficiente. Un continuo rincorrersi tra i progressi della programmazione, con programmi sempre più potenti e desiderosi di una maggiore memoria, e i costruttori di computer che dovevano trovare nuove soluzioni tecniche. Anche le unità esterne di memoria dovettero aumentare la loro capacità, raggiungendo ben presto, all'inizio degli anni '90, i Megabyte. In meno di trent'anni le memorie sono passate dai mega (milioni), ai giga (miliardi), ai tera (bilioni, mille miliardi) di oggi. Oggi un hard disk da un terabayte (mille miliardi di byte) è la normalità. I programmi, avendo a disposizione più memoria e velocità, sono diventati sempre più complessi. In particolare quelli che avevano come obiettivo l'intelligenza artificiale. Mi sono soffermato sulla memoria in quanto è un elemento essenziale per lo sviluppo dell'intelligenza nel gestire una enorme quantità di informazioni. |
| Luciano Michieletto | mikyluc53@gmail.com |